Scopri i tanti paesaggi, combinazioni e novità del nostro nuovo show room.
La grande strada principale, percorribile anche in macchina, mostra al visitatore tutta una serie di scenari, dando l’impressione di un rapido viaggio tra i più bei giardini del mondo.
Dal giappone, dove il paesaggio è caratterizzato da aceri, bonsai e nuove forme di euonymus, si passa velocemente in toscana, con cipressi, viti, melograni, quercus ilex, quercus suber… e ci si trasferisce nel mediterraneo, con un’aiuola ricca di palme con vari esemplari di cycas, sabal, chamaerops, dracaene e yucca. Non abbiamo certamente dimenticato il nord nord Europa, con conifiere spettacolari, grandi araucarie, abies, pinus e cedrus; abbiamo poi ritagliato una scenda diversa, l’aiuola topiaria con le sue forme particolari così tipiche del vivaismo pistoiese e “nuovi test” varietali.
E poi… non vogliamo certamente rovinarvi la sorpresa!
Non vogliamo con questo far pensare a voi proprietari di garden center che non abbiamo più tutta quella serie di prodotti a voi così cari, anzi, questa rappresenta solo una parte della nostra gamma che abbiamo il piacere di presentarvi con entusiasmo e passione.
Forse più famoso con il nome di albicocco giapponese, questo piccolo albero deciduo dalle foglie verdi scure, porta splendidi fiori a coppa rosa chiaro, singoli o dopi, dal delicatissimo profumo.
L’emozione di ospitare uno o più alberi da frutto parte dalla meravigliosa fioritura primaverile dove colori dal bianco candido al rosa pallido al fucsia intenso si alternano per poi lasciar posto alle prime gemme.
Il verde intenso mostra la forza e la rigogliosità di questi esemplari che, dopo qualche settimana cominciano a mostrare i loro frutti. E ancora un altro cambiamento nei colori prende piede.
I rossi, gli arancio e i gialli i violetti cominciano a farsi strada tra il fogliame mostrando i primi frutti.
Dalla bellezza alla bontà, anche per un giardino privato, si passa alla fase del godersi il frutto prescelto. Non c’è nulla di meglio di assaporare un’albicocca dal sapore vero, una ciliegia dolce e croccante che abbiamo visto crescere, una mela o una pera che abbiamo puntato sin dal suo primo apparire.
L’albicocco sopporta la siccità ma teme le zone umide. Prospera in qualsiasi tipo di terreno, anche calcareo, tranne quelli troppo umidi o argillosi.
Il pero, anche lui molto vigoroso, è altresì resistente a freddo e siccità.
Il prugno, con le sue decine e decine di varietà, è una pianta che si sviluppa senza particolari problemi sopratutto in tutte quelle occasioni in cui viene piantato all’interno di terreni caratterizzati da una buona profondità ed a medio impatto.
Nel 2005, nel distretto vivaistico pistoiese, sono iniziati i primi avvistamenti di un nuovo Coleottero della famiglia dei Curculionidi, causa d’ingenti danni sul tutte le coltivazioni di Ficus carica.
Parliamo dell’Aclees cribratus, coleottero originario del Sud-Est Asiatico, rinvenuto per la prima volta in Francia nel 1997. Studi più approfonditi hanno poi dimostrato che la popolazione presente in Toscana è costituita da individui di nuova apparizione, ad oggi non classificati tassonomicamente, definibili genericamente come Aclees sp..
L’adulto si presenta come un curculionide di grandi dimensioni (15-16 mm), di colore nero, con pronoto largo, senza carena, che si restringe verso la base delle elitre e coperto da punteggiatura.
In vivaio questo insetto compie due cicli annuali: il primo a giugno, il secondo a settembre. Una volta compiuto lo sfarfallamento l’adulto si divide tra le piante di Ficus ospiti e il cotico erboso. Il suo principale nutrimento è la corteccia e i frutti, in particolar modo quelli in via di maturazione e collocati nella parte apicale del ramo.
Le femmine scavano lunghe gallerie nel legno facendosi largo grazie al rostro. In fondo ad ogni cunicolo depongono un uovo che avrà periodo di incubazione di 10-20 giorni. La larva è xilofoga ed ipogea, ovvero si nutre del legno che si trova nel terreno.
La pianta attaccata può ospitare fino ad 8-12 individui. Le larve, nutrendosi con frenesia, scavano articolate gallerie nel legno, causando ingenti danni all’apparato radicale e al colletto. La pianta colpita si presenta così debole, con difficoltà di accrescimento, con necrosi diffuse e in alcuni casi può arrivare alla morte.
Al momento sono state condotte varie prove per il controllo di questo insetto; la lotta alle larve si è dimostrata infruttuosa, soprattutto per il fatto che i giovani stadi risiedono all’interno del legno ipogeo e sono quindi difficilmente raggiungibili. Anche gli insetticidi sistemici, o biologici (con utilizzo di nematodi) si sono dimostrati inutili.
Buoni esiti invece si sono ottenuti con la lotta all’adulto, in particolar modo impiegando insetticidi di contatto come ad esempio i piretroidi.
Gli interventi devono essere compiuti a calendario, tenendo presente che i due picchi di accoppiamento dell’insetto sono a giugno e settembre.
Dopo le prime apparizioni in vivaio l’Acless è stato rinvenuto anche su piante messe a dimora. Gli ingenti danni che questo insetto provoca al Ficus Carica L., pianta tipica dell’areale mediterraneo e con rilevante attitudine ornamentale, rende necessaria la ricerca di metodologie di lotta specifiche, possibilmente larvicide.
In tal senso una via razionale da intraprendere già sotto studio, potrebbe essere la selezione di nuovi ceppi di microrganismi a spiccata attitudine insetticida, in grado di colonizzare il substrato di coltivazione in vaso.