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Attenzione al bruco defogliatore, la Piralide del bosso: Cydalima perspectalis

Il Cydalima perspectalis è una vero e proprio pericolo per le piante di bosso di vivai e giardini del vecchio continente.

La prima segnalazione in Europa risale al 2007 in Germania. Negli anni successivi il parassita ha continuato a diffondersi  raggiungendo l’anno dopo Francia, Svizzera, Regno Unito e Paesi Bassi; nel 2009 rilevato in Austria e Olanda; infine a luglio 2011 il suo primo  rinvenimento in Italia, in Lombardia, nella provincia di Como.

Temendone rapida diffusione, nel 2007 è stato inserito dall’ EPPO (European and Mediterranean Plant Protecion Organization) nella lista di allerta (Eppo alert list) dove è poi rimasto per più di tre anni.

Nel 2011 viene ritenuta sufficiente la segnalazione data e quindi, in assenza di particolari richieste dai paesi membri EPPO per contrastare l’insetto, viene eliminato dalla lista di allerta.

Purtroppo non è estinto. Fortunatamente non si tratta di un fitofago da quarantena, ma le larve che si nutrono delle foglie di bosso sono causa di ingenti danni estetici, fisiologici ed economici.

Descrizione e biologia

L’adulto è una farfalla con apertura alare di 4 cm e ali di colore bianco con sfumature dorate tendenti al violaceo e bordi di color marrone. Il ciclo biologico in Europa non è ancora chiaro: le prime osservazioni fatte in Germania e in Italia sembrano dimostrare che l’insetto compia quattro generazioni all’anno e che riesca a svernare come crisalide sulle piante.

L’anno successivo, durante il mese di  marzo con  il raggiungimento di 20°C di temperatura, viene completato lo sviluppo; gli adulti sfarfallano e, attraverso la deposizione delle uova, danno il via alla prima generazione.

La farfalla vive mediamente 8 giorni e può volare anche per diversi chilometri.

Nonostante la sua capacità di volo eccellente, la causa principali della sua diffusione nei nuovi areali molto distanti da quelli d’origine è il trasporto di piante di bosso provenienti da altri paesi infestate da uova, larve e crisalidi.

Le uova, grandi pochi millimetri, sono deposte a gruppi di 25-30, parzialmente sormontate l’una all’altra, al di sotto della pagina fogliare. Inizialmente di colore giallo pallido quasi trasparenti, esse imbruniscono con la maturazione.

Le larve di colore verde giallastro sono caratterizzate da bande nere e striature bianche lungo tutto il corpo, sono inoltre ricoperte di peli radi che si sviluppano da pustole nere presenti longitudinalmente sul corpo.

A maturità raggiungono i 4 cm e sono le responsabili dei principali danni estetici, nutrendosi sia delle foglie che dei germogli.

Elevati livelli d’infestazione possono determinare la completa defogliazione delle piante sulle quali si nota la presenza di una fitta rete di fili di seta. Impiegano circa 25 giorni per arrivare a maturità e trasformarsi in crisalide.

Le crisalidi misurano 2 cm, ed hanno inizialmente un colore verde con strisce nere lungo la parte dorsale, per divenire di colore marrone scuro con la maturazione. Si trovano ben nascoste all’interno della vegetazione dove, grazie ai fili di seta, rimangono attaccate alle foglie per circa 14 giorni, tempo necessario a svilupparsi nuovamente in adulti.

Al termine della terza generazione la crisalide non matura subito, ma sverna in attesa delle condizioni termiche favorevoli della primavera.

Prevenzione e difesa

La prevenzione attualmente è limitata al controllo delle piante in arrivo dai paesi contaminati.

È necessario verificare che non siano presenti chiari segni di attacchi, uova, larve o crisalidi sopra le piante di bosso acquistate.

Quando l’insetto ha colonizzato con successo un nuovo areale, diffondendosi velocemente, l’unica soluzione possibile è intervenire con trattamenti insetticidi mirati.

La lotta contro questo defogliatore può essere di tipo biologico, chimico o biotecnologico.

Possono essere utilizzati prodotti di origine naturale come quelli a base di Piretro oppure di Bacillus thurigiensis var. kurstaki.

La lotta chimica e biotecnologica deve essere eseguita utilizzando agrofarmaci autorizzati al tipo di trattamento menzionato.

Considerando le numerose generazioni che questo lepidottero svolge e i diversi stadi di sviluppo compiuti in una stagione, potrebbe risultare molto efficiente la miscela tra un prodotto biotecnologico (regolatori di crescita, chitino-inibitori) insieme a insetticidi abbattenti.

Il momento più indicato per effettuare i trattamenti e prevenire il danno è durante la schiusura delle uova o nei primi stadi di sviluppo delle larve.

Cosa facciamo noi dei Vivai Capecchi

Ben consapevoli del danno che una sola pianta infettata può causare a un intero giardino, lavoriamo i nostri prodotti con un prodotto biologico contenente Bacillus Thurigiensis var. kurstaki.

Interveniamo per prevenire e curare questo problema seguendo il ciclo biologico dell’insetto, lavorando direttamente sulle nuove generazioni.

Praticamente, quando l’insetto si nutre di una pianta trattata con il Bacillus Thurigiensis var. kurstaki, quest’ultimo produce la tossina che blocca l’intestino dell’insetto e lo porta velocemente alla morte.

Le condizioni ideali perché questo accada esistono solo in quegli organismi che possiedono un apparato digerente con pH superiore a 9, ossia solo specifici gruppi di animali come zanzare, larve di lepidotteri e poco altro; sono totalmente esclusi tutti  i mammiferi (uomini, cani e gatti compresi), i pesci, gli uccelli e praticamente tutti gli insetti utili, compresi i predatori naturali. Tale meccanismo assicura quindi di eliminare solo l’insetto bersaglio, rispettando qualsiasi altra forma di vita animale presente sulle piante trattate.

Se necessiti di ulteriori delucidazioni contattaci direttamente in azienda e ti forniremo tutti i dati necessari.